Nell’ospedale Francesco Ferrari di Casarano, un uomo ha aggredito un medico durante un esame di cistoscopia. Questo episodio si inserisce in un contesto preoccupante di violenza nei confronti del personale sanitario, come evidenziato dalle recenti aggressioni avvenute presso il Policlinico di Foggia, dove, in pochi giorni, si sono registrati tre episodi di violenza. In uno di questi, il figlio di un paziente ha colpito due infermieri e un vigilante, mentre in un altro un ragazzo di 18 anni ha aggredito tre infermieri, venendo arrestato dai carabinieri per lesioni e resistenza.
Un ulteriore caso è avvenuto a Torino, dove una dottoressa di medicina d’urgenza è stata aggredita con un’arma da taglio. La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ha sollecitato il Governo ad adottare misure urgenti per affrontare la crescente violenza, sostenendo la necessità di rafforzare la sicurezza negli ospedali, inclusa l’eventualità di supporto da parte dell’Esercito.
Questa serie di aggressioni non è un fenomeno isolato, ma fa parte di una preoccupante escalation di violenze che ha visto diversi episodi in Puglia durante l’estate, tra cui l’aggressione di una dottoressa durante una visita domiciliare e un medico colpito da un parente di una paziente deceduta. I sindacati dei medici hanno proclamato lo stato d’agitazione e indetto una manifestazione a Foggia per il 16 settembre, chiedendo soluzioni efficaci e una maggiore protezione per i professionisti della salute.
In Toscana, i dati rivelano che oltre la metà del personale sanitario ha subito almeno un’aggressione nella propria carriera, con un’incidenza maggiore sulle donne. Questo clima di violenza rappresenta una delle principali ragioni per cui molti professionisti decidono di abbandonare la loro carriera. I sindacati chiamano a una mobilitazione unitaria per affrontare questo tema cruciale e chiedono l’apertura di un Tavolo di confronto con il Ministero della Salute e altri enti per trovare risposte concrete.
Il direttore del Policlinico di Foggia ha espresso la preoccupazione che la continua violenza possa portare alla chiusura del pronto soccorso, a causa della perdita di personale. L’appello è per il rispetto e la protezione dei lavoratori sanitari, che operano in condizioni sempre più difficili.