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martedì, 3 Dicembre, 2024
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Un Anno di Risparmio Estremo: Designare il Non Acquisto

Negli ultimi anni, lo shopping è diventato una parte fondamentale della società contemporanea, influenzata da consumi di beni sia indispensabili sia superflui. In Italia, le famiglie si dividono tra spese necessarie, come cibo e affitto, e spese accessorie, come ristoranti e vacanze. Molte famiglie con redditi limitati si trovano a dover rinunciare a beni non essenziali, il che solleva interrogativi sulla reale importanza di tali acquisti. Questa situazione ha portato alcune persone a considerare il risparmio non solo come una necessità, ma anche come un’opportunità di libertà e riflessione.

La tiktoker Mia Westrap ha guadagnato notorietà offrendo un esempio concreto di questa filosofia. Mia, una ventiseienne del Regno Unito, ha deciso di affrontare la sfida di non fare shopping per un anno intero dopo aver constatato le sue difficoltà economiche. Essendo cresciuta in una famiglia povera, ha sentito la pressione di spendere per cene, uscite e vestiti, finendo sempre in rosso alla fine del mese, anche dopo aver trovato lavoro. Questa frenesia consumistica ha influenzato negativamente il suo benessere, portandola a frequentare ambienti e situazioni in cui non si sentiva a suo agio.

Dopo aver preso la decisione di limitare le sue spese, Mia ha iniziato a comprare solo beni necessari, come alimenti e vestiti di ricambio. L’unico svago concesso è andare al cinema una o due volte al mese, portando però da casa snack per risparmiare. Ha eliminato completamente il mangiare fuori, l’ordine di cibo a domicilio, i viaggi e gli abbonamenti ai servizi di streaming. Risultato: una vita più semplice e serena.

Mia ha notato anche un miglioramento nelle sue relazioni, sentendosi più libera e indipendente. La sua scelta ha generato reazioni miste; molti la sostengono e lodano il suo esempio, mentre altri criticano l’idea di considerare la rinuncia come un modo per sentirsi meglio, sottolineando che non è così per tutte le famiglie. Tuttavia, la crescente consapevolezza critica verso il consumismo tra i giovani è vista come un aspetto positivo.

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