“Viva la pace, non c’è altro. Lo spettacolo di domani è viva la pace”. Questo è il messaggio di Marco Vizzardelli, il loggionista che, durante la prima della Scala dello scorso anno, ha esclamato “Viva l’Italia antifascista”. In vista della rappresentazione de “La Forza del destino” di Giuseppe Verdi, Vizzardelli intende comunicare un forte messaggio di pace. Si dice che il suo gesto sia stato ben accolto anche dalla Scala. Domani sarà presente alla prima, non nel Loggione, ma insieme al presidente del Senato, Ignazio La Russa. Vizzardelli afferma di voler esprimere la sua posizione antifascista ma chiarisce che non ripeterà il messaggio, per non apparire ridicolo.
Marco Vizzardelli è un appassionato di opera, e considera “La Forza del destino” una delle opere più strane di Verdi. La descrive come complessa, diversamente dalle opere più immediate e trascinanti, e la paragona a “I Vespri Siciliani”. Il paragone è audace e lo confronta a opere letterarie come “Guerra e Pace” o un’ipotetica rappresentazione musicale di “Via col vento”, descrivendo l’esperienza come quella di aprire un grande romanzo storico e perdersi tra le sue pagine.
Ha avuto l’opportunità di assistere all’opera durante le prove generali e ha elogiato il lavoro del regista Leo Muscato e del direttore d’orchestra Riccardo Chailly, definendolo attuale e poetico. Muscato ha saputo catturare il tema della pace in modo aereo e non manicheo, mentre Chailly ha diretto l’opera con grande maestria, descrivendo la sua interpretazione come la migliore della sua carriera. Secondo Vizzardelli, la direzione di Chailly è calibrata e studiata, con un forte sentimento che ne guida l’esecuzione. Il finale dell’opera, in particolare, lo ha emozionato profondamente.
In sintesi, Vizzardelli esprime entusiasmo per l’opera di Verdi e il suo messaggio di pace, evidenziando il talento e la sensibilità degli artisti coinvolti nella produzione, con l’obiettivo di ispirare una riflessione sulla pace attraverso la musica.