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sabato, 30 Novembre, 2024
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Un lavoratore esposto al plutonio nell’ex sito nucleare di Casaccia

Un dipendente dell’ex sito nucleare di Casaccia, vicino Roma, è stato contaminato dal plutonio. L’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare (Isin) ha comunicato che le condizioni dell’individuo non suggeriscono conseguenze gravi. Dopo l’incidente, l’Isin ha effettuato un’ispezione iniziale nell’impianto gestito da Sogin e ha interrogato i responsabili per chiarire quanto accaduto e identificare possibili carenze nei sistemi di sicurezza. È già programmata una seconda ispezione nei prossimi giorni per verificare la situazione e le modalità della contaminazione, che dovrebbe avvenire in condizioni di piena sicurezza, grazie ai dispositivi di protezione previsti dalle normative.

La questione ha sollevato preoccupazioni politiche, tanto che alcuni deputati del Partito Democratico hanno presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin, chiedendo chiarimenti riguardo all’incidente e allo stato di contaminazione del sito. I deputati vogliono sapere quali misure siano state adottate per garantire la sicurezza e la salute della popolazione e chiedono anche azioni urgenti per accelerare la creazione di un deposito nazionale per le scorie radioattive, anticipando la scadenza prevista per il 2039.

Sogin, dal canto suo, ha puntualizzato che non si è trattato di un “incidente nucleare” e ha smentito le notizie di contaminazioni ambientali. La società ha chiarito che il 21 novembre, durante attività di gestione di rifiuti radioattivi, è stato registrato un caso di “contaminazione interna” di un dipendente che ha potenzialmente superato i limiti di dose annuale consentiti. Sogin ha immediatamente informato le autorità competenti e ha attivato le procedure per garantire la salute dei lavoratori, come da prassi. I monitoraggi effettuati hanno restituito valori rassicuranti, e Sogin continuerà a monitorare la situazione seguendo le procedure stabilite, escludendo qualsiasi contaminazione dell’ambiente esterno.

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