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Un Mese Senza Sussidi: L’Interruzione dell’Assegno di Inclusione a Luglio 2025

Molti percettori dell’assegno di inclusione (AdI) si trovano nella situazione di dover rinunciare all’aiuto per almeno un mese a causa di un vincolo normativo. Il governo Meloni ha introdotto l’AdI all’inizio del 2024 per sostituire il reddito di cittadinanza, offrendo un supporto a famiglie con almeno un componente disabile, un familiare di età superiore ai sessant’anni, minorenni o in programmi di assistenza socio-sanitaria. Per accedere a questo beneficio, è necessario avere un ISEE valido non superiore a 9.360 euro e un reddito inferiore a 6.000 euro, moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza.

L’assegno decorre dal mese successivo alla firma del Patto di Attivazione Digitale (PAD) e può durare massimo diciotto mesi. Superato questo periodo, i beneficiari possono richiederne il rinnovo all’INPS. Tuttavia, questo rinnovo avviene solo nel mese successivo all’ultima ricarica dell’assegno, riducendo il periodo massimo di fruizione da diciotto a dodici mesi. Conseguenza di questa regola sarà una sospensione di un mese per coloro che sono in scadenza.

Nel 2025, molti percettori, specialmente chi ha ricevuto pagamenti all’inizio del 2024, dovranno affrontare questa interruzione. Coloro che hanno ricevuto il primo pagamento a gennaio 2024, ad esempio, riceveranno l’ultima ricarica a giugno 2025, dopo diciotto mesi di fruizione. Dovranno attendere un mese prima di presentare una nuova domanda all’INPS, che potrà essere inoltrata solo a luglio 2025, mese in cui non riceveranno alcun pagamento. Riprenderanno i pagamenti solo ad agosto. Analogamente, chi ha ottenuto il primo assegno a febbraio riceverà l’ultimo pagamento a luglio 2025, dovrà presentare la domanda ad agosto e attenderà settembre per ricevere nuovamente i fondi.

Nel frattempo, il Garante per la protezione dei dati personali ha dato seguito favorevole per le modalità e misure tecniche che l’INPS adotterà per gestire i dati necessari a controlli sull’AdI e sul Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), permettendo all’INPS di accedere alle informazioni necessarie attraverso le proprie banche dati e altre amministrazioni.

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