20 Settembre 2024

Un over 65 su 7 a rischio di isolamento sociale: un allarme da affrontare

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Gli over 65 italiani, spesso considerati una risorsa per i propri familiari e amici, affrontano al contempo il problema dell’isolamento sociale. Secondo i dati della sorveglianza “Passi d’Argento” dell’Istituto Superiore di Sanità, nel biennio 2022-2023, il 16% di questa fascia di età afferma di non avere avuto contatti, nemmeno telefonici, con altre persone in una settimana normale. Inoltre, il 75% non frequenta luoghi di aggregazione come parrocchie o centri per anziani. Rocco Bellatone, presidente dell’Iss, sottolinea l’importanza di contrastare questa condizione di solitudine, poiché influisce negativamente sulla qualità della vita e sulla salute degli anziani.

L’isolamento sociale, che colpiva il 20% degli over 65 nel 2016-2017, è sceso al 15% nel 2022-2023, segnalando una lenta ma costante riduzione della quota di persone a rischio. Tuttavia, la pandemia ha rallentato questo progresso. La condizione di isolamento non presenta differenze significative di genere, ma risulta più comune tra gli ultra 85enni, in coloro con un basso livello di istruzione e tra chi affronta difficoltà economiche, così come tra i residenti nel Sud Italia.

Il calo significativo della partecipazione a eventi aggregativi durante la pandemia è evidente, con solo il 25% degli anziani che partecipa ad attività di socializzazione nel 2022-2023, rispetto al 29% nel periodo pre-pandemico 2018-2019. Tuttavia, coloro che riescono comunque a scambiare due chiacchiere sono aumentati dall’81% all’84%.

La ricerca indica che il 28% degli anziani intervistati si configura come risorsa per la propria comunità: il 17% si occupa di familiari conviventi e il 14% di familiari o amici non conviventi. La propensione a fungere da risorsa è più alta tra le donne e diminuisce con l’età. Inoltre, il 20% degli over 65 partecipa a eventi sociali: il 18% ha preso parte a gite organizzate e il 5% frequenta corsi di formazione. Anche in questo caso, la partecipazione diminuisce con l’avanzare dell’età e tra coloro con un basso livello di istruzione o in difficoltà economiche. Infine, solo il 7% degli anziani svolge una attività lavorativa retribuita, con una maggiore incidenza tra coloro che possiedono un titolo di studio elevato.

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