Un papà greco di 31 anni ha donato parte del suo fegato per salvare la vita della figlia di 11 mesi, affetta da grave cirrosi epatica scompensata, risultato di due interventi chirurgici falliti in Grecia per trattare un’atresia delle vie biliari. Questo trapianto è avvenuto all’ospedale Molinette di Torino, rappresentando il primo trapianto di fegato pediatrico in Piemonte, grazie a una collaborazione tra Italia e Grecia sotto il coordinamento del Centro Nazionale Trapianti (Cnt) di Roma.
L’organizzazione per i trapianti greca ha richiesto il supporto del Cnt per attivare l’accordo di scambio di pazienti e organi tra i due Paesi. Il Centro Regionale Trapianti del Piemonte-Valle d’Aosta, dopo essere stato contattato dal Cnt, ha coinvolto il professor Renato Romagnoli, direttore del Dipartimento Trapianti della Città della Salute, che ha approvato il trasferimento della bambina e della sua famiglia a Torino.
La bambina è arrivata all’ospedale Infantile Regina Margherita nell’agosto scorso, dove è stata seguita dal dottor Pierluigi Calvo, responsabile della Gastroenterologia pediatrica. Dopo aver completato le pratiche burocratiche e le valutazioni per il trapianto, è stata inserita nella lista d’attesa nazionale per il trapianto di fegato pediatrico. Dopo circa venti giorni senza donazioni valide da soggetti deceduti, il padre ha deciso di donare una parte del suo fegato. Con la collaborazione della Direzione sanitaria dell’ospedale, le autorizzazioni necessarie sono state ottenute rapidamente.
Gli interventi, tra cui il prelievo del fegato dal padre e il trapianto nella bambina, si sono svolti simultaneamente nel blocco operatorio della Chirurgia Trapianto Fegato dell’ospedale, richiedendo circa 16 ore. L’impianto del fegato nella piccola ha presentato notevoli difficoltà a causa dell’ipoplasia della vena porta, che ha reso necesario sostituirla con una vena giugulare prelevata dalla bambina stessa.
Dopo una degenza di cinque giorni in terapia intensiva, entrambi i pazienti stanno bene. Il padre è stato dimesso, mentre la bambina è ancora in ospedale nell’area semintensiva chirurgica sotto la supervisione del professor Romagnoli.