I costi per i centri migratori in Albania sono stati stimati tra i 600 e gli 800 milioni di euro, senza considerare le spese per il trasporto dei migranti, effettuato principalmente con la nave Libra. Durante il primo viaggio, il costo per migrante era stato calcolato intorno ai 18mila euro e i primi trasporti avevano coinvolto 16 persone, seguiti da un secondo viaggio con otto migranti. Pertanto, i centri sono stati costosi e continueranno a comportare spese elevate, ma finora i risultati sono stati nulli.
È inverosimile pensare di gestire il flusso migratorio verso l’Italia trasportando piccoli gruppi in Albania; è ancor più paradossale discutere di costi in relazione a un fenomeno così vasto e drammatico. Mentre si organizzavano questi viaggi, a Lampedusa si registravano sbarchi di oltre mille persone in contemporanea. Ci si interroga su quanto continuerà a costare la creazione di nuovi centri in Albania o in altre località, suggerendo che, se proseguiremo su questa strada, potrebbe essere necessario destinare una parte consistente della nostra bilancia economica a questo progetto.
Invece di investire nel ponte sullo Stretto, si potrebbe considerare la costruzione di una connessione tra la Puglia e l’Albania per rendere più conveniente il trasporto dei migranti. In questo modo, non solo si potrebbe ridurre il costo attuale del trasporto, ma si potrebbe anche evitare di continuare a investire risorse pubbliche in un sistema che non produce i risultati desiderati. La questione richiede un’esaminazione più approfondita delle politiche migratorie e delle alternative che potrebbero essere adottate, piuttosto che continuare a ripetere un approccio che finora ha dimostrato di non funzionare. In sintesi, l’idea di trasportare i migranti in Albania appare poco pratica e insostenibile, dal punto di vista economico e umano.