Sono state selezionate le opere finaliste della quinta edizione del Premio Mastercard Letteratura e del Premio Mastercard Letteratura Esordienti. Per il primo premio, i finalisti sono: Laura Forti con ‘La figlia inutile’, Antonio Franchini con ‘Il fuoco che ti porti dentro’, Deborah Gambetta con ‘Incompletezza’, Michele Mari con ‘Locus desperatus’ e Antonio Moresco con ‘Canto del buio e della luce’. I candidati per il premio esordienti includono Emanuela Anechoum con ‘Tangerinn’, Pier Paolo Di Mino con ‘Lo splendore’ e Michele Ruol con ‘Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia’. L’annuncio dei vincitori avverrà il 7 dicembre durante l’evento Più libri più liberi.
L’Agi ha intervistato Marco Lodoli, Presidente di Giuria, per esplorare come il Premio Mastercard integri la valorizzazione dei libri con iniziative umanitarie. Oltre a un premio di 10.000 euro, il vincitore avrà a disposizione un ulteriore riconoscimento di 120.000 euro da destinare a progetti umanitari, supportando organizzazioni come Banco Alimentare, Save the Children e Caritas. Un terzo della somma andrà all’organizzazione scelta dal vincitore, mentre le restanti due saranno distribuite equamente tra le altre realtà.
Lodoli suggerisce che un riconoscimento con contenuti solidali restituisce alla letteratura il suo scopo originario, che è dare voce a chi vive disagi e sofferenze. La letteratura, negli ultimi anni, è stata vista come un accesso al “Grand Hotel del Successo”, ma è fondamentale che torni a occuparsi di chi ha bisogno di risposte alle proprie difficoltà.
Nel suo ultimo libro ‘Tanto poco’, Lodoli esplora il tema dell’amore incondizionato, avvicinandosi all’idea di solidarietà. Riguardo ai manoscritti presentati al Premio Mastercard Letteratura Esordienti, commenta che i testi finalisti sono sorprendenti e distintivi, offrendo punti di vista inaspettati su aspetti vitali della vita. Non offre consigli per chi scrive il primo libro, ma sottolinea l’importanza di credere nel proprio lavoro.
Infine, quando si parla del suo esordio ‘Diario di un millennio che fugge’ e dell’impatto dei premi sulla carriera di un autore, Lodoli ritiene che la spinta creativa non possa dipendere esclusivamente da riconoscimenti, ma derivi da un’energia intrinseca che deve essere seguita, indipendentemente dai premi ottenuti.