Stanley Tucci ha condiviso la sua esperienza con un tumore alla lingua, diagnosticato sette anni fa. In un’intervista al “The Guardian”, ha descritto il dolore che ha accompagnato la malattia, iniziata nel 2017 con un forte disagio alla mascella, che si è poi esteso alla gola. Dopo due anni di attesa, i medici hanno scoperto il tumore. L’attore ricorda che i trattamenti non garantivano la possibilità di tornare a mangiare normalmente, tanto che durante la nutrizione tramite sondino, guardava programmi di cucina. La sua inclinazione iniziale era quella di optare per terapie alternative, una scelta osteggiata dalla moglie Felicity, sposata nel 2012, che ha avuto un ruolo fondamentale nel suo percorso di guarigione. Tucci ha evidenziato come molte terapie alternative siano efficaci per alcuni, ma ogni caso di cancro è unico e necessita di un approccio personalizzato.
Tucci ha confessato che la malattia lo ha invecchiato e stancato, ma attualmente si sente meglio e ha riscoperto il piacere di cucinare e assaporare i cibi. Ha partecipato a uno show dedicato alla cucina italiana e ha scritto diversi libri, incluso il suo ultimo, “What I Ate in One Year”, in uscita il 15 ottobre. Durante le riprese del programma “Searching for Italy” per CNN, ha trovato gratificante l’accoglienza degli italiani, che lo hanno invitato a condividere i loro pasti e tradizioni culinarie. Tra i piatti più memorabili che ha assaggiato, ha citato un raviolo chiamato knödel nel nord Italia.
Tucci ha anche parlato della sua passione per il cibo e di come esso sia legato alla storia e alla cultura. Quando assapora un piatto, è curioso di scoprire gli ingredienti e l’origine delle spezie utilizzate, lasciandosi affascinare dalla loro storia. La sua esperienza con la malattia ha alimentato ulteriormente il suo amore per la cucina e il desiderio di esplorare il vasto mondo della gastronomia. Luoghi, spezie e tradizioni culinarie lo ispirano e lo motivano a continuare a viaggiare e scoprire nuovi sapori. La cucina non è solo un atto di nutrimento per Tucci, ma un viaggio di scoperta personale e culturale.