Per la prima volta, è stato effettuato un trapianto combinato dell’occhio interno e del volto da un team di scienziati della New York University Langone Health, il quale ha pubblicato i risultati su ‘Journal of American Medical Association’. L’operazione è stata eseguita su un uomo di 46 anni, vittima di un grave incidente elettrico, che aveva perso parte del volto e l’occhio sinistro. Gli esperti, guidati da Eduardo D. Rodriguez, Daniel J. Ceradini e David L. Tran, hanno dimostrato che è possibile mantenere la perfusione e la sopravvivenza di alcune strutture interne dell’occhio, anche se la vista non è stata ripristinata.
La chirurgia innovativa ha preservato alcune funzioni retiniche, suggerendo un futuro potenziale per il trapianto d’occhio come opzione terapeutica. Tuttavia, permangono sfide significative da superare, in particolare per quanto riguarda la rigenerazione del nervo ottico. L’equipe ha sviluppato una strategia microchirurgica innovativa utilizzando strumenti personalizzati e tecniche avanzate. Durante l’intervento, sono stati utilizzati tessuti facciali e l’occhio intero del donatore.
Le analisi post-operatorie, tra cui angiografie e tomografie, hanno confermato che la perfusione retinica era stata mantenuta; tuttavia, a un anno dall’operazione, il paziente non era in grado di percepire la luce, sebbene alcuni fotorecettori risultassero ancora attivi. Rodriguez ha sottolineato che, nonostante la vista non sia stata riacquisita, l’intervento rappresenta un passo significativo verso il trapianto d’occhio, evidenziando la necessità di affrontare la rigenerazione del nervo ottico.
I dati raccolti sono promettenti per l’allotrapianto clinico e la rivascolarizzazione. Saranno necessari ulteriori studi per sviluppare tecniche che possano migliorare la rigenerazione nervosa e comprendere come queste possano evolversi per ripristinare la vista. Rodriguez ha concluso evidenziando che, sebbene il ricevente non abbia riacquistato la vista, l’occhio trapiantato ha mantenuto una pressione normale, un buon flusso sanguigno e alcune strutture e funzioni della retina. La sfida futura sarà quindi quella di capire come ripristinare la vista nel paziente.