Lo studio del cervello può ispirare sviluppi innovativi nell’intelligenza artificiale (IA) e viceversa, contribuendo a una comprensione più profonda dei meccanismi cerebrali umani. Questa sinergia potrà orientare la ricerca scientifica e le applicazioni pratiche verso traguardi inimmaginabili fino ad ora. Il seminario “Encuentros Cajal”, organizzato dall’Istituto di Ricerca Europeo EBRI-Rita Levi Montalcini in collaborazione con l’Unione Europea e l’Ambasciata di Spagna, celebra il 90 anniversario della morte di Santiago Ramón y Cajal, uno dei pionieri delle neuroscienze.
Durante l’evento, in programma il 26 novembre presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche, si discuterà di come la comprensione del cervello possa accelerare la ricerca in IA e come le neuroscienze possano fornire spunti per innovazioni tecnologiche in questo campo. L’incontro avrà relatori significativi come Alfonso Renart e Maria V. Sánchez-Vives dalla Spagna, insieme a Marcello Massimini e Hannah Monyer, tutti esperti riconosciuti nel settore. Durante una tavola rotonda saranno presenti anche professionisti di diverse istituzioni, come l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e la Sapienza Università di Roma.
La iniziativa “Encuentros Cajal” punta a creare una rete di conoscenze a livello mondiale nel campo delle neuroscienze e dell’IA, valorizzando l’eccellenza scientifica spagnola e promuovendo uno scambio di esperienze e migliori pratiche. Questo progetto è in collaborazione con l’UNESCO, che lavora per sviluppare standard internazionali attraverso il suo Comitato Internazionale di Bioetica. La Spagna desidera favorire un dialogo di alto livello per affrontare le grandi sfide etiche e scientifiche in questo ambito.
L’European Brain Research Institute (EBRI), fondato da Rita Levi-Montalcini nel 2002, è un centro di ricerca no-profit che si dedica allo studio delle funzioni cerebrali superiori. L’EBRI si concentra sulla ricerca di base riguardante i meccanismi molecolari e cellulari, con l’obiettivo di sviluppare nuove strategie terapeutiche per malattie neurologiche e neurodegenerative, come l’Alzheimer, la sclerosi laterale amiotrofica, l’epilessia e altre patologie che colpiscono il cervello. La collaborazione tra neuroscienze e intelligenza artificiale rappresenta quindi una frontiera cruciale per i futuri progressi scientifici e per la salute umana.