Un recente studio pubblicato su Nature Communications, condotto da Giovanni Aloisi e un team internazionale inclusivo di Angelo Camerlenghi dell’OGS, ha analizzato la formazione dello strato di sale sotto il Mediterraneo, risalente alla Crisi di Salinità Messiniana, avvenuta tra 5,97 e 5,33 milioni di anni fa. Questo fenomeno geologico, caratterizzato dalla drastica riduzione dell’afflusso d’acqua dall’Oceano Atlantico, portò a una transizione del Mediterraneo da mare a bacino ipersalino e infine a lago salmastra.
La ricerca ha utilizzato per la prima volta la composizione degli isotopi stabili di cloro nel salgemma come indicatore geochimico per studiare la velocità di deposizione del sale. Il cloro, coinvolto nella precipitazione dell’acqua di mare, non è soggetto a contaminazione ambientale, rendendolo un ottimo indicatore. I risultati hanno rivelato che lo strato di sale si è formato in due fasi distinte: nella prima fase, durata circa 35.000 anni, l’accumulo avvenne solo nel Mediterraneo orientale a causa della riduzione del deflusso verso l’Atlantico, mantenendo il livello originario. Nella seconda fase, che si è verificata in meno di 10.000 anni, il salgemma si sedimentò anche nel Mediterraneo occidentale, con un’intensa evaporazione che determinò un abbassamento del livello del mare tra 1,7 e 2,1 km nel Mediterraneo orientale e circa 850 metri in quello occidentale.
Le analisi di Camerlenghi e dei suoi colleghi chiariscono che le diverse interpretazioni precedenti sulla deposizione del sale, apparentemente contraddittorie, sono entrambe corrette, risolvendo così una controversia scientifica durata a lungo. È stato constatato che il Mediterraneo orientale e occidentale hanno perso rispettivamente l’83% e il 43% del loro volume idrico, diventando corpi d’acqua separati. Durante l’apice della crisi, il livello dell’acqua nel Mediterraneo orientale dipendeva dall’apporto di acqua dolce dai fiumi e dal mega lago Paratetide, che si estendeva dall’Europa centro-orientale all’Asia occidentale.
I risultati dello studio forniscono una migliore comprensione dell’evoluzione biologica, geologica e climatica del Mediterraneo. La diminuzione del livello del mare emerse un ponte continentale tra Africa ed Europa, favorendo lo scambio di specie e influenzando la fauna vertebrata delle Isole Baleari. Inoltre, la riduzione del carico idrico sulla litosfera ha generato risalite magmatiche nell’area mediterranea, consolidando il ruolo di questo evento nella storia geologica del pianeta.