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giovedì, 21 Novembre, 2024
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Un’Inondazione di Bombe: Civili in Fuga verso Beirut

La situazione in Libano è drammatica, con un bilancio di quasi 500 morti in un’unica notte a causa dei raid aerei israeliani che non accennano a fermarsi. Decine di migliaia di civili sono in fuga, cercando rifugio mentre l’esercito israeliano ha colpito mille obiettivi di Hezbollah in sole 24 ore. Gli ospedali sono in crisi e le scuole sono state trasformate in rifugi. L’Unifil ha espresso grande preoccupazione per l’escalation della violenza, sottolineando che una guerra terrestre da parte di Israele non può essere esclusa. Gli Stati Uniti e l’Onu hanno chiesto un immediato allentamento delle tensioni.

Israele ha due obiettivi principali: fermare Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, e intimidire l’Iran. Teheran ha risposto con preoccupazione, vietando l’uso di tecnologie alle proprie forze. La paura di un conflitto totale è palpabile, e nel contingente dell’Unifil che comprende 10.000 soldati di 49 paesi, aumenta un clima di pessimismo. Tra questi soldati, mille sono italiani, portando alla critica della premier italiana Giorgia Meloni all’Onu riguardo all’efficacia dell’organizzazione.

Una delle questioni irrisolte è il destino di Yehya Sinwar, il leader militare di Hamas. Le agenzie di intelligence israeliane hanno opinioni divergenti sulla sua possibile morte: alcuni credono che sia deceduto, mentre altri lo negano. Con assenza di notizie recenti sul suo stato, la situazione diventa sempre più complicata. I servizi segreti israeliani hanno ottenuto accesso ai corpi di tre palestinesi uccisi in un attacco per condurre test di riconoscimento, ma i risultati finora sono stati negativi. Inoltre, i messaggi attribuiti a Sinwar non sembrano provenire direttamente da lui, alimentando ulteriormente il mistero.

In sintesi, il Libano sta vivendo un momento critico, con crescenti timori di una guerra regionale. Le potenze internazionali sono preoccupate per le conseguenze di un’escalation e cercano di intervenire, mentre le tensioni tra Israele, Hezbollah e Iran rimangono elevate e instabili. La questione di Hamas, e in particolare del suo leader, aggiunge un ulteriore elemento di incertezza a una situazione già complessa.

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