Il tumore alla prostata è uno dei tumori più comuni negli uomini, e nuove ricerche presso il Cold Spring Harbor Laboratory (CSHL) si concentrano su terapie innovative. Uno studio suggerisce che il menadione, un derivato della vitamina K, potrebbe rallentare la progressione del tumore attraverso un meccanismo pro-ossidante che provoca la morte delle cellule tumorali.
Il menadione, noto anche come vitamina K3, agisce come pro-ossidante, creando stress ossidativo all’interno delle cellule. Questo stress ossidativo danneggia le cellule, compromettendo la loro sopravvivenza. La ricerca ha dimostrato che quando il menadione viene somministrato a topi con cancro alla prostata, si verifica un eccesso di ossidazione che danneggia in modo selettivo le cellule tumorali. Il meccanismo d’azione coinvolge l’interferenza del menadione con il fosfatidilinositolo 3-fosfato (PI(3)P), un lipide fondamentale per le cellule. Senza questa capacità di smaltire i materiali di scarto, le cellule tumorali accumulano tossine, portando alla loro distruzione.
Le opzioni attuali per il trattamento del cancro alla prostata includono la radioterapia, che può rallentare la malattia ma senza eliminare completamente le cellule cancerose. Poiché le cellule tumorali possono sviluppare resistenza e proliferare nuovamente, l’efficacia del menadione rappresenta una potenziale alternativa terapeutica, in quanto può eliminare le cellule cancerose, diminuendo la possibilità di recidive.
Il menadione appare altamente selettivo, colpendo le cellule tumorali senza danneggiare gravemente le cellule sane. Le cellule non tumorali sono in grado di resistere agli effetti del menadione, grazie alla presenza sufficiente di PI(3)P. Questa scoperta potrebbe fornire nuove opportunità terapeutiche per pazienti con tumori resistenti alle terapie convenzionali.
Inoltre, il menadione è ben tollerato anche a dosi elevate e non ha effetti collaterali gravi, rendendolo un’opzione sicura per trattamenti prolungati. Parallelamente, la ricerca ha esplorato potenziali applicazioni del menadione in altre malattie, come la miopatia miotubulare legata all’X, mostrando risultati promettenti nel ripristino della funzionalità muscolare in modelli animali.
Tuttavia, sarà necessario condurre ulteriori studi per pazienti umani per valutare i dosaggi ottimali e i possibili effetti collaterali nel lungo termine.