Parlare di tumore al seno metastatico all’interno della famiglia richiede un approccio delicato, ma al contempo coraggioso e sincero. Gabriella Pravettoni, Direttore di Psiconcologia all’IEO e docente all’Università degli studi di Milano, evidenzia l’importanza di comunicare non solo la verità sulla malattia, ma anche di infondere speranza, anche nei momenti più difficili. La questione di come comunicare il tumore al seno metastatico ai figli è di grande attualità, ma poco si discute su cosa avviene dopo l’annuncio. È fondamentale affrontare i complessi momenti che le terapie comportano e considerare come i vari stati d’animo dei figli possano variare in base all’età.
La comunicazione della malattia all’interno della famiglia può essere paragonata a uno tsunami, in quanto genera un’ondata di emozioni e reazioni che coinvolgono tutti i membri. In questo contesto, il progetto “Le avventure nel barattolo” emerge come una testimonianza autentica su come sia possibile, anche nei periodi più difficili, coltivare la speranza. Questa iniziativa sottolinea l’importanza di mantenere uno spazio per la fantasia e la gioia, favorendo un legame che possa rimanere saldo nonostante le sfide.
L’esperta Pravettoni invita a riflettere su come condividere gli stati d’animo e le emozioni con i figli, affinché non si sentano soli nell’affrontare la situazione. È essenziale creare un dialogo aperto e sincero, dove le paure e le vulnerabilità possano essere espresse liberamente. La capacità di adattare la comunicazione in base all’età dei bambini è cruciale, poiché le loro reazioni possono variare notevolmente. Attraverso un approccio che combina onestà e sostegno emozionale, è possibile affrontare insieme il percorso della malattia, trovando momenti di condivisione che possono alleviare il peso dell’ansia e della tristezza.
In conclusione, l’approccio alla comunicazione del tumore al seno metastatico in famiglia deve essere fatto con attenzione, cercando di costruire un clima di fiducia e sostegno reciproco, per affrontare insieme le difficoltà del percorso terapeutico, mantenendo viva la speranza e la gioia.