Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha partecipato al Consiglio Competitività dell’Unione Europea a Bruxelles, dove ha esposto la proposta italiana per una nuova politica industriale europea, supportata dal report Draghi. Questa proposta sarà raccolta in un “non-paper” insieme ad altri Stati membri che condividono le medesime visioni.
Urso ha focalizzato la sua attenzione sul settore automotive, suggerendo l’implementazione di un “European Automotive Act”. Ha richiesto che la Commissione Europea anticipi dal 2026 al 2025 la presentazione dei report sulle emissioni di CO2 dei veicoli leggeri, attivando la clausola di revisione prevista dall’articolo 15 per rivedere le modalità di eliminazione dei motori endotermici entro il 2035. L’Italia sostiene che tale obiettivo possa essere raggiunto solo a condizione che vengano realizzate tre strategie: la creazione di un fondo di sostegno per la filiera e i consumatori di vetture elettriche europee, l’adozione di un approccio che favorisca la neutralità tecnologica con il riconoscimento di biocarburanti, e-fuels e idrogeno, e una strategia per garantire l’autonomia europea nella produzione di batterie.
Urso ha espresso preoccupazione per il rischio di perdita di posti di lavoro e di interi segmenti industriali in assenza di interventi tempestivi. Ha quindi sottolineato l’importanza di affrontare il tema della transizione energetica con un’ottica di neutralità tecnologica e ha esortato a rivedere le decisioni già prese nel 2023 riguardo al settore automobilistico, data la gravità della situazione attuale.
La proposta di Urso include anche altre settori strategici, come l’acciaio e la chimica, evidenziando che gli obiettivi di decarbonizzazione non devono compromettere la competitività delle imprese europee, in particolare per quelle ad alta intensità energetica exposed al mercato internazionale. Ha proposto un “Fondo per la Competitività” per sostenere tutti i settori coinvolti nella transizione.
Inoltre, Urso ha discusso la necessità di migliorare l’ambiente imprenditoriale, proponendo riduzioni normative significative, attuazione dei principi del Pacchetto europeo per le PMI e la promozione del marchio “Made in Europe”. Ha anche manifestato il supporto dell’Italia per il “non paper” dell’Olanda per semplificare la burocrazia a favore delle PMI.