21 Settembre 2024

Vaiolo delle scimmie: Analisi dell’aggravamento della malattia in uno studio italiano

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Uno studio condotto da ricercatori italiani ha evidenziato un rapporto tra una carica virale elevata del virus Mpox (vaiolo delle scimmie) e una maggiore gravità della malattia. La ricerca, coordinata dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma e dall’Irccs Ospedale San Raffaele, ha analizzato 541 pazienti nell’ambito di un totale di 1.056 casi segnalati fino ad ora in Italia. I risultati sono stati pubblicati nella rivista eBioMedicine del Gruppo Lancet.

Il principale risultato dello studio, come spiegato dall’infettivologo Matteo Bassetti, è che una carica virale più alta nel corpo aumenta la probabilità di forme gravi della malattia. Lo studio ha coinvolto 15 centri di Malattie Infettive in Italia e ha focalizzato l’attenzione sul Clade IIb del virus identificato nel biennio 2022-2023. Valentina Mazzotta, una delle autrici, ha sottolineato che una carica virale elevata nel tampone faringeo è correlata a un decorso più severo della malattia. Tra gli altri fattori che determinano una maggiore gravità si evidenziano l’etnia caucasica, l’insorgenza di febbre, lesioni orali e perianali e linfoadenopatia. Inoltre, è stato osservato che il morbillo ha una durata più estesa in caso di localizzazioni ano-rettali e oro-faringee, e in individui con Hiv e grave immunodeficienza.

Andrea Antinori, uno degli autori senior della ricerca, ha evidenziato che questi risultati rappresentano la prima documentazione in letteratura sull’associazione tra carica virale e morbilità di Mpox. Tali risultati, sebbene riferiti al Clade IIb, possono essere applicabili anche al Clade Ib, che sta causando l’attuale epidemia in Africa centrale. Questo suggerisce che il controllo della replicazione virale, come nel caso di individui vaccinati, può avere un effetto protettivo sia contro l’infezione sia contro forme gravi della malattia.

Infine, Antonella Castagna, primario di Malattie Infettive al San Raffaele, ha riconosciuto il valore della pubblicazione dei dati come prova della competenza delle strutture italiane nel gestire efficacemente l’epidemia del 2022 all’interno del solido network della fondazione Icona.

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