Il belga Wout Van Aert, 29 anni, capitano della corazzata Jumbo Visma, ha vinto in volata la terza tappa della Vuelta di Spagna rompendo un digiuno di 6 mesi. Sprint perfetto pilotato dal mantovano Affini. Niente da fare per l’australiano Groves vincitore della seconda tappa. Il belga si è preso la rivincita su Groves e ha conservato la maglia rossa di leader della corsa. Domina la classifica generale con 13” su McNulty e con 15” su Vacek. Quarto Kung a 19”, quinto Affini a 21”. Con i 10” di abbuono per la vittoria Van Aert ha allungato il suo margine di distacco su McNulty. Il miglior italiano della terza tappa è stato Lorenzo Rota che ha chiuso la prova in 13esima posizione.
Gara tutta portoghese
La terza tappa della Vuelta di Spagna ha concluso il trittico portoghese con una frazione di 191,2 km, da Lousà a Castelo Blanco; tappa sulla carta adatta ai velocisti. E così è stato. Giornata calda. E un percorso relativamente impegnativo: dal distretto di Coimbra (sulla Cordigliera Centrale) al traguardo nella Beira Baixa, centro del Portogallo. La frontiera spagnola è a soli 50 km. Ne è uscita una corsa interessante, tutt’altro che banale, con due GPM abbordabili e una corposa fuga di giornata. Il primo Gpm di seconda categoria (17,5 km solo al 3,2% di pendenza), il secondo addirittura di quarta (6,4 km al 3,4%). Due asperità collocate al km 84 e al Km 150. Finale in leggera pendenza (2-4%) con un rettilineo conclusivo di 400 metri.
Fuga coraggiosa
Partenza alle 13.05 e subito vanno in fuga quattro spagnoli: L.A. Matè e Ibon Ruiz (ieri insieme per 140 km), Unai Iribar e Xabier Isasa: un veterano e tre esordienti. Il loro vantaggio dopo un’ora e mezza è di 5’20. Il gruppo controlla. Scollinano (primo Mate) a 107 km dal traguardo con un margine di 3’54 sul gruppo. Margine destinato fatalmente a scendere ma dopo tre ore di corsa la situazione è immutata. La fuga continua. Il quartetto resiste e supera in solitaria anche il traguardo intermedio di Fundao (primo Isasa). Mancano al traguardo 50 km. Il gruppo accelera in vista del secondo Gpm e i fuggitivi scollinano sempre in solitaria. Primo Mate’. Si corre al risparmio pensando alla durezza della quarta tappa.
Finale molto mosso
Ai -40 km la corsa si accende. Il gruppo mette nel mirino i battistrada e si fa sotto. Isasa resta solo al comando; Ruiz e Mate’ inseguono ma si voltano spesso quasi ad aspettare il gruppo. Hanno già dato. Ripresi. Insiste invece Isasa, basco di 22 anni, ma anche lui è ingoiato dal plotone a 19,8 km dalla linea d’arrivo. Comincia la bagarre e si formano i treni per le ruote veloci. Ultimi 10 ad oltre 50 km/h. Tensione alle stelle.
Due rotonde consecutive, pericolose. Superate con brividi. Si va ai 61 km/h. Volatona filmica. E dopo tanti piazzamenti Van Aert in maglia rossa mette il turbo ai 250 metri (pilotato da Affini), resiste al ritorno di Groves e va a vincere a braccia alzate mimando l’airone. È il terzo successo stagionale per il belga che mancava dal 25 febbraio; nel mezzo una infinità di secondi e terzi posti, tra cui spicca la medaglia di bronzo olimpica a cronometro.