Arrivano dalla piattaforma ‘Trick’ i primi dati sulla tracciabilità e circolarità nel settore moda, cruciali per l’introduzione del Passaporto digitale di prodotto secondo la normativa europea. Creata da un consorzio di 31 partner, inclusa Enea, Trick utilizza la tecnologia blockchain per tracciare il percorso di un capo d’abbigliamento dalla materia prima fino al fine vita. Questa piattaforma mira a supportare soprattutto le piccole e medie imprese (Pmi) nel raccogliere dati protetti riguardo a prodotti e servizi, analizzando la loro impronta ambientale (Pef), la qualità dei processi produttivi, la salubrità e la circolarità delle materie prime.
Enea ha sviluppato un modello di dati ‘olistico’ che guida la raccolta, connessione e organizzazione delle informazioni sulla tracciabilità e sostenibilità, permettendo di fornire un’informazione aggregata sul prodotto. Il sistema di tracciamento è stato testato su due filiere: quella del tessile tradizionale e del tessile tecnico per workwear. Gessica Ciaccio di Enea sottolinea l’assenza di soluzioni standardizzate nel settore, dove le piattaforme di tracciabilità proprietarie costringono i fornitori ad adeguarsi a ogni singolo brand, comportando costi elevati per le aziende più piccole. Grazie all’approccio standard pubblico di Trick, i costi di adeguamento possono essere notevolmente ridotti.
In collaborazione con Uni e Cen, la piattaforma permette anche l’integrazione della blockchain, garantendo l’affidabilità delle informazioni lungo la filiera. Valentina Fantin, ricercatrice di Enea, spiega che il progetto ha permesso di identificare criticità ambientali nel ciclo di vita dei prodotti, consentendo alle aziende di pianificare interventi di miglioramento.
I risultati del progetto sono stati presentati agli stakeholder di settore durante la conferenza “From EU Research to Sustainable Circular Supply Chains”, dove si è discusso anche dell’integrazione di Trick con sistemi aziendali e doganali. Questa conferenza ha offerto una preziosa opportunità di confronto per perseguire sistemi produttivi più sostenibili e circolari, affrontando le sfide relative alla tracciabilità e alla standardizzazione dei dati.
Durante la fase pilota del progetto, Enea ha evaluato l’impronta ambientale di un cappotto in lana e di un’uniforme da lavoro in viscosa e meta-aramide, analizzando l’intera filiera produttiva per raccogliere dati relativi a consumi energetici, materiali, acqua, emissioni e produzione di rifiuti.