Alla fine, sono state le chat a incastrare la professoressa di 40 anni, arrestata per violenza sessuale su minorenni. L’insegnante, in servizio all’istituto “Catello Salvati” in provincia di Napoli, è accusata di maltrattamenti, violenza sessuale e corruzione di minorenni. Gli abusi sono stati scoperti a seguito di un’aggressione da parte di un gruppo di genitori lo scorso novembre, nella quale la professoressa è stata accusata di comportamenti inappropriati.
Le indagini sono state avviate dopo le denunce di alcuni genitori contro di lei. Attraverso testimonianze protette di sei minori e l’analisi di file audio dei loro telefoni, è emerso che l’insegnante ha sottoposto i ragazzi, tutti sotto i 14 anni, a ripetuti atti sessuali. Da ottobre 2023, con la scusa di dare ripetizioni, li portava in un’aula riservata soprannominata “la saletta”, dove mostrava loro materiale pornografico e parlava di esperienze sessuali, incoraggiandoli a scambiarsi effusioni e abusando di uno di loro.
La professoressa adesso si trova nel carcere femminile di Benevento. Inoltre, ha creato un gruppo su Instagram chiamato “la Saletta” per mantenere contatti sessuali espliciti con i ragazzi, minacciandoli di bocciature e ripercussioni sui genitori se avessero parlato. Questo clima di paura ha spinto i minori a mantenere segreto il comportamento della docente fino a quando la sospensione di uno di loro non ha indotto le vittime a confidarsi con i genitori, mostrando messaggi scambiati con lei.
Le indagini successive hanno rivelato messaggi vocali e materiale pornografico sul telefono della professoressa, confermando le dichiarazioni dei minori. Le azioni della docente sono state giudicate estremamente gravi e hanno portato all’adozione della custodia cautelare in carcere. Questa misura si è resa necessaria per evitare il rischio di reiterazione dei reati, dato che la docente era ancora formalmente in servizio e gli arresti domiciliari non avrebbero garantito un’efficace protezione dei minori. La custodia cautelare è l’unica soluzione in grado di prevenire ulteriori contatti inappropriati con altri studenti.