“Mai più morti sul lavoro”: questa frase sarà ripetuta spesso nei prossimi giorni. Tuttavia, la realtà è ben diversa: la sicurezza sul lavoro non importa a quasi nessuno, eccetto agli operai, ai dipendenti e a pochi dirigenti. Ciò che conta veramente sono i costi di produzione, che continuano ad avere valore predominante. L’iper capitalismo ha chiarito che gli utili e il profitto prevalgono sull’essere umano, specialmente quando si tratta di licenziamenti, distribuzione di dividendi o riduzione dei costi.
Dopo l’incidente di Calenzano, ci saranno proteste e indignazione, ma dopo pochi giorni le condizioni di sicurezza sul lavoro torneranno a essere trascurate. Questo schema si è ripetuto dopo diverse tragedie, come quelle di Satnam Singh, Suviana, Casteldaccia e il cantiere di Firenze. Fino a settembre di quest’anno, le morti sul lavoro hanno raggiunto quota 890, ovvero tre morti al giorno. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato che le morti sul lavoro sono un’affermazione della coscienza collettiva, ma si pone il dubbio che questa coscienza esista davvero nel Paese, o se sia mai esistita.