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Voce dei Parlamanti

Ci capiscono gli animali? Questo interrogativo è al centro del romanzo di Alberto Rollo, “Billy il cane”, pubblicato da Ponte alle Grazie. Per l’autore, gli animali non solo comprendono, ma sono anche capaci di comunicare. Tuttavia, il vero problema è che spesso non riusciamo a comprendere il loro linguaggio e le loro scelte, come quella, incomprensibile per noi, di ritirarsi e morire in solitudine abbracciati dalla natura.

Il romanzo narra le ultime ore del bastardino Billy, adottato da Rollo, che nell’estate del 2017 scompare nelle campagne toscane, consapevole della propria fine. Questa situazione così alienante ha spinto Rollo a scrivere un racconto che si distingue per il suo originale espediente narrativo: Billy racconta la sua storia, i suoi sentimenti e le sue esperienze. Rollo si inserisce in una tradizione letteraria, da Omero a Woolf, di personaggi animali, ma ciò che rende unico il suo racconto è l’eloquio colto di Billy, che assorbe il sapere e le parole del suo padrone attraverso i suoi continui monologhi e le letture delle sue molteplici letture, rendendo il suo linguaggio raffinato e, a tratti, lirico.

Il lettore si interroga sulle intenzioni dell’autore: si tratta di una critica ironica ai trend dell’autofiction, influenzata dalla sua esperienza come editor, o è un semplice omaggio alla memoria di Billy? Un elemento certo è il tentativo di approfondire il tema della solitudine e la difficile comunicazione tra esseri umani e animali. Rollo rammenta che esistono universi inespressi, vicini ma inaccessibili. “Billy il cane” esplora concetti come la rabbia, l’intuizione, la necessità di preservare la propria individualità e visione del mondo.

La narrazione evidenzia anche il potere della natura, ma la vera esplorazione proposta da Rollo è quella dell’umanità. Invita a un silenzio attivo, un ascolto attento, poiché ci sono voci che parlano interiormente ma che spesso ignoriamo. La chiave per riallacciare questo legame è la fantasia, suggerendo che la comprensione va oltre il visibile, verso un dialogo più profondo con il mondo circostante.

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