Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari costituzionali della Camera, esprime preoccupazione riguardo alle “zone rosse” istituite dal governo in alcune città. Zaratti evidenzia come queste zone stiano diventando un modello normale di gestione della vulnerabilità sociale, paragonando la situazione attuale a quella del film “Minority Report”, in cui si arrestano persone prima che commettano un reato. Secondo lui, questo approccio rappresenta una deriva pericolosa per la società.
Inoltre, Zaratti spiega che Avs ha presentato una pregiudiziale di costituzionalità contro il Decreto 208/24, che prevede misure urgenti per affrontare determinate emergenze e attuare il Pnrr. Il problema principale sollevato da Zaratti è l’uso dei daspo urbani, che secondo lui minacciano la Costituzione invece di garantire l’ordine pubblico. Infatti, ritiene inaccettabile vietare la permanenza in certe aree sulla base di una decisione del questore, senza il controllo di un’autorità giudiziaria.
Zaratti sottolinea come la Corte Costituzionale abbia salvato un provvedimento simile riguardante il daspo sportivo, il quale limitava solamente la libertà di circolazione dell’individuo (sentenza n. 193/1996). Tuttavia, il daspo urbano introduce elementi di irragionevolezza e vaghezza, potenzialmente basandosi su motivazioni politiche, il che potrebbe rendere la misura pericolosa e molto discrezionale.
L’inerzia del governo e l’adozione di misure come le zone rosse potrebbero portare a una gestione della sicurezza pubblica che non tiene conto dei diritti fondamentali dei cittadini. Zaratti conclude affermando che Avs si oppone fermamente a queste disposizioni e ha preso una posizione attiva mediante la presentazione della pregiudiziale, cercando di difendere costituzionalmente i diritti dei cittadini. In questo contesto, la questione delle zone rosse diventa un tema cruciale per il dibattito politico, sollevando interrogativi sulla sicurezza, la libertà e i diritti civili nel paese.
